Lettera di protesta sulla limitazione delle armi (1)

EGREGIO ONOREVOLE,

Le scrivo la presente lettera mosso dal desiderio di esporre a chi mi rappresenta in Parlamento i problemi della mia categoria...
Precisiamo subito... non categoria operaia imprenditoriale economica culturale, ecc ma piuttosto sociologica, trasversale a tutte, e per quanto minoritaria ben presente in Italia.
Quale ? E’ presto detto, quella degli appassionati di armi !! Suvvia, non si spaventi, non rimanga allibito, e la prego di continuare a leggere ed ascoltare.
Dunque, la nostra categoria (o gruppo sociologico, o come meglio crede) è ritenuta dalla pluralità dell’Opinione Pubblica (o dei soli giornalisti bisognosi di scoop?) una massa di fanatici assetati di sangue, memori dei fatti successi lo scorso anno in Sicilia ed a Milano (ma dimentichi di fatti analoghi successi poi più recentemente a Vicenza e nelle Marche, e liquidati dai mass media in poche righe per un paio di giorni, senza grandi clamori sulle trasmissioni televisive di rotocalco).
Non nego che il problema sussista; all’uopo lo scorso anno il Ministero competente ha richiesto a tutti i possessori di licenza di porto d’armi di presentare una tantum il certificato medico previsto di regola per il solo rilascio o rinnovo della licenza. Io, come tutti gli altri ho presentato quanto richiesto (e questo ha comportato un esborso di svariati euro per il certificato preliminare rilasciato dal medico curante e per i ticket sanitari alla ASL od al Medico Militare), il tutto obbligatoriamente, su disposizione di una circolare ministeriale, e non di una norma di legge (art. 52 Costituzione: nessuna prestazione patrimoniale o personale può essere imposta se non in forza alla legge), conscio che il non ottemperare avrebbe (come in effetti è stato per molti) implicato il ritiro della licenza. È una procedura questa da Stato di Diritto o da Stato di Polizia? In uno Stato di Diritto non si procede così: le faccio notare, in risposta ai suoi probabili pensieri, che l’obbligo di presentare un certificato medico di idoneità è previsto fin dal 1992 per tutte le licenze di porto d’armi, proprio per evitare il succedere dei fatti come quelli in riferimento. Tuttavia nessuno è perfetto ed infallibile, quantomeno i medici, oppure possiamo dire che nessuno è sempre leale verso i propri doveri professionali (scelga lei l’ipotesi che più le aggrada). Ciò ha dato luogo ai fatti avvenuti, e non certo le lacune nelle leggi. Leggi che oggigiorno una Commissione Ministeriale, formata quasi in segreto, senza nessuna indicazione dei criteri di scelta dei membri (e che dovrebbe essere formata da esperti del ramo) vorrebbe riformare in peggio senza che la pubblica sicurezza ne tragga giovamento: vediamo infatti alcune delle proposte che, stando ai si dice trapelati (la suddetta Commissione opera appunto in segreto, metodo chiaramente democratico !!!!). In primo luogo si vorrebbero limitare a tenere in collezione, senza possibilità di uso neppure a caccia od al tiro delle armi ex-ordinanza. Cosa sono? Semplice, si tratta di fucili dimessi dagli eserciti di vari paesi, in massima parte vecchi di almeno 40 e più anni, nelle condizioni che anni di uso può far immaginare a tutti, moschetti con otturatore a ripetizione manuale o qualche modello di semiautomatico, che oggi sono considerate armi da caccia, previo loro inserimento nell’esistente Catalogo Nazionale delle Armi da Sparo da parte della esistente e ben funzionante Commissione Consultiva per le Armi da Sparo del Ministero dell’Interno. In cosa siano più pericolosi rispetto ad una attuale moderna e precisa carabina, di nuova e robusta costruzione, semiautomatica o a ripetizione manuale , proprio non si capisce. Visto che i calibri usati sono gli stessi (il 30-06 americano, l’8mm Mauser tedesco, ecc o ben più potenti e moderne cartucce come il 300 magnum ed infinite altre).
Altra proposta che sembra allo studio pare sia quella di limitare i fucili somiglianti ad armi da guerra... le spiego subito cosa intendo. Le armi da guerra moderne sono i cosiddetti fucili d’assalto (AK47, M16 ecc) i quali hanno la possibilità di eseguire tiro a raffica, di lanciare granate, calci pieghevoli. Sul mercato civile esistono, essendo tali armi giustamente proibite, delle repliche dei medesimi, in tutto e per tutto delle normali carabine semiautomatiche, idonee al tiro informale ed alla caccia, ma private definitivamente delle caratteristiche militari quali il tiro a raffica, il tromboncino lanciagranate, il calcio pieghevole. Vuoi perché costruite ex-novo come armi civili solo somiglianti ad un’arma militare vuoi perché definitivamente demilitarizzate secondo le previste procedure di legge. Anche queste sono regolarmente iscritte nel Catalogo Nazionale delle Armi del Ministero. Non esiste alcuna ragione logica e pratica che giustifichi delle restrizioni per tali tipologia di armi essendo le loro caratteristiche meccanico-balistiche del tutto analoghe ed in qualche caso inferiori, a moderne armi lunghe civili.
Da ultimo sembra che si voglia limitare il quantitativo di armi legalmente detenibili, già oggi contingentato in parte (solo 3 armi comuni, 6 sportive, 8 antiche, illimitato per le armi lunghe da caccia) visto che chiunque abbia un minimo di pratica di armi sa che non è possibile usarne contemporaneamente due (nemmeno nel caso delle pistole, pur avendo noi due mani), mentre svariate sono le discipline sportive e le forme di caccia che necessitano di armi specifiche ed ottimizzate. Se La spaventa il fatto che tali armi possano cadere in mani sbagliate, le ricordo che già oggi la legge pone degli obblighi di custodia ben specifici e penalmente sanzionati.
Riguardo poi alla ventilata ipotesi di rendere annuale i controlli medici, questo implicherebbe il fermo per diversi mesi, stante il sistema adesso vigente (es come per il porto di pistola per difesa personale, soggetto a rinnovo annuale) poiché occorre consegnare il certificato medico unitamente alla licenza all’autorità di PS che impiega, negli uffici più oberati di lavoro anche diversi mesi, con buona pace della celerità e snellezza dell’azione amministrativa promulgata sulla carta dalle recenti leggi di riforma dei procedimenti amministrativi.
Mi permetta di concludere affermando che non è certo con misure demagogiche dell’ultima ora che si tutela la sicurezza pubblica, quanto con la serietà (e non con l’arbitrio) dell’applicazione di norme certe e non inutilmente vessatorie.
Un’ultima considerazione finale... ignoro il suo pensiero in materia di armi, ma vorrei ricordarle che nel corso della Storia solo i regimi assolutistici (Stalin ed Hitler si vantarono entrambi, in tempi e modi diversi ma con parole simili nel contenuto, di aver reso le strade più sicure togliendo le armi ai loro concittadini) disarmano i cittadini, in primis i propri, come primo passo verso restrizioni di ulteriori libertà naturali dell’Uomo. Per questo presterò la massima attenzione nella scelta dei miei rappresentanti nei Pubblici Consessi al fine di evitare per ciò che mi sarà possibile che vengano approvate riforme di leggi inutili e demagogiche.

Cordiali saluti